"Museo dei dolmen" è un museo virtuale della preistoria e protostoria del Mediterraneo e dell'Europa Occidentale, ideato e diretto da Federico Bardanzellu.

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Dolmen Museum     

 

Preistoria e protostoria del Mediterraneo e dell'Europa Occidentale

 

 
Museo dei Dolmen

Movimenti di popoli nel Mar Mediterraneo

tra l’età del bronzo e l’età del ferro

 

1. I Popoli del Mare, chi erano costoro? > Leggi tutto

2. Iconografia dei guerrieri> Leggi tutto

3. Il collasso dell’età del bronzo > Leggi tutto

4. Bacino d’origine dei Popoli del Mare  > Leggi tutto

 

5. I Popoli del mare nel Levante siro-palestinese

 

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  L' Onomastico di Amenemope

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            Canopo filisteo

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       Rovine di Dor (Israele)

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Divinità ugaritica del fulmine con

  copricapo cornuto e allungato

 

       Nel Papiro Harris, Ramses III si vanta di aver combattuto i Danai nelle loro isole (e ciò confermerebbe la presenza di quest'ultimi a Cipro), di aver preso prigionieri i Libici e gli Shardana e di aver distrutto i Pelasgi e i Teucri. In realtà, dopo le due vittorie, a Djahy e sul Delta, Ramses dovrebbe aver concesso ai suoi avversari di stabilirsi nella terra di Canaan, come vassalli.

  Due documenti, infatti, che attestano la presenza dei Popoli del mare in Palestina, nel XII secolo, smentiscono i toni propagandistici del Papiro Harris.

  Nell’opera egizia “L’onomastico di Amenemope” , redatta intorno al 1100 a.C., è presente una descrizione geografica, con l’indicazione delle città della Siria e della Palestina e dei popoli che le abitano. Il testo cita le città di Askhelon, Asdod e Gaza, come sede dei Pelasgi e altre località più a nord, il cui nome – purtroppo – è lacunoso, abitate da Teucri e Shardana, secondo un ordine geografico.

  Askhelon, Asdod e Gaza sono tre città che la Bibbia cita come abitate dai Filistei. Anche in base a tali indicazioni, infatti, è comunemente accettato che, dopo la sconfitta contro gli egizi di Ramses III, i Pheleset si sarebbero stabilizzati nella terra che, dal loro nome biblico di Filistei, è ancor oggi chiamata Palestina.

  Quale fosse la città principale dei Teucri si evince in un altro testo egiziano, il romanzo “Il viaggio di Wenamun” del 1080 a.C. ca.; in esso la città di Dor, sulla costa palestinese, è definita “città dei Teucri” .

  Gli Shardana dovrebbero quindi essersi stabiliti ancora più a nord, grosso modo in quella che è l’attuale Galilea. Negli scavi archeologici della regione, si nota che la ceramica dello stile Miceneo III B scompare improvvisamente ovunque, intorno al 1200. Inoltre, nei livelli che rivelano una distruzione violenta, ricompare la successiva ceramica del tipo Miceneo III C 1 b (ceramica monocroma 1175-1125). Tale tipo di ceramica è quella che, secondo la maggior parte degli archeologi, è riconducibile ai Popoli del mare.

  La distribuzione del popolamento vede un grosso territorio nella Palestina meridionale, da prima di Gaza sino a Tell Qasile, oltre Giaffa e largo sino alle prime propaggini collinari dell’interno, in mano ai Filistei; al nord, un’entità costiera con il porto di Dor e con centro in Megiddo, per un raggio di territorio che comprende le prime propaggini della Fenicia, la Galilea e altri territori più a sud, abitato dai Teucri, dai Danai e dagli Shardana.

  Manca, per il XII secolo, la documentazione archeologica che attesti la presenza dei Popoli del mare nella Palestina centrale e nelle colline sud-orientali, che si presumono abitate dagli israeliti .

  La Bibbia attribuisce l’area intorno a Megiddo alle tribù israelitiche di Aser, Issaccar e Zabulon; oltre il Giordano, intorno alle alture del Golan, vi era il territorio della tribù di Dan.

  Corrispondenze etimologiche ed altri passi della Bibbia ci consentono di affermare che tali tribù non erano composte da popolazioni ebraiche o israelite ma dai Popoli del mare; in particolare possiamo attribuire la tribù di Dan ai Danai, la tribù di Issaccar ai Teucri e quella di Zabulon agli Shardana. La tribù di Aser, pur sempre derivante dai Popoli del mare, era forse composta da popolazione mista.  Dor era, probabilmente, un “porto franco” o uno sbocco al mare comune.

  Più a nord, di Ugarit erano rimaste solo rovine, mentre in Cilicia, sulle coste orientali dell’antico territorio di Arzawa e nella zona intorno a Carchemish, era scomparso l’uso della scrittura cuneiforme.

  I pochi documenti che rimangono sono scritti in geroglifico e in lingua luvia, cioè la lingua dei Lukka. Per tale motivo, queste culture dell’età del ferro sono state denominate dagli archeologici “neoluvie” o “luvie orientali” . Trattasi, tuttavia, di culture composite, derivanti da un miscuglio di popolazioni, tra le quali, oltre ai Lukka, non potevano mancare i discendenti dei Tursha, degli Shekelesh e di altri Shardana.

  Parte di tali popoli, inoltre, a seguito dei rivolgimenti avvenuti intorno al 1200 a.C., non possono non essersi rifugiati a Cipro, dove erano probabilmente rimasti altri Danai, o sulla costa siriana, nei pressi dell’antica Ugarit, distrutta dagli Shekelesh.

  La maggior parte degli studiosi ritiene che il popolo del mare dei Pheleset provenisse dall’isola di Creta, denominata Keftiu, dagli Egiziani. Ciò si evincerebbe dall’identificazione del toponimo Keftiu con la Caphtor della Bibbia, terra d’origine dei Filistei, i quali – come si vedrà – non sarebbero altri che i Pelasgi insediatisi in Palestina, dopo la sconfitta di Djahy.

  Queste popolazioni, pur non essendo tutte originarie della Grecia facevano parte del Commonwealth greco-miceneo, quanto meno per condividerne la tipologia della ceramica. Ciò costituisce un consistente indizio archeologico, per individuare l’espansione dei Popoli del mare nel bacino del Mediterraneo, in particolare quando i ritrovamenti della ceramica del tipo Miceneo III C in particolare quando quest’ultima, all’analisi neutronica, si rivela non importata ma prodotta sul posto.

  Mentre Teucri e Danai erano sicuramente parlanti la lingua greca, non è ancora chiaro quale fosse la lingua parlata dai Pelasgi alla fine del XIII sec. a.C..

  In Palestina, l’apparizione della ceramica bicroma del tipo Miceneo III C 1 c (1125 a.C. e succ.vi) dimostra che l’espansione dei Popoli del mare per tutta la terra di Canaan, ma principalmente dei Filistei.

  Quest’ultimi, infatti, grazie alla padronanza della tecnica di fusione del ferro per la fabbricazione di armi più efficaci, sembrano aver reso vassalle le tribù ebraiche ed essersi ricongiunti a nord con il territorio dei Teucri.

  Dopo alcune lotte, inoltre, sembrano aver assimilato o reso vassalli anche i loro ex compagni di battaglia (il biblico Sansone, grande avversario e poi prigioniero dei Filistei, proveniva dalla tribù di Dan e apparteneva, quindi, al popolo dei Danai), pur essendo ormai anch’essi muniti di armi di ferro.

  Che cosa era successo? Per comprenderlo è necessario tornare a investigare la contemporanea situazione dell’antica Grecia. 

 

 

6. L’invasione dorica della Grecia > Leggi tutto

7. I Popoli del mare in Sardegna e in Corsica > Leggi tutto

8. I Popoli del mare in Sicilia e nell’Italia peninsulare > Leggi tutto

9. L’età del ferro > Leggi tutto

10. Fenici oltre le colonne di Melkart > Leggi tutto

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